TUTTO NERO!

TUTTO NERO!


Ci piange il cuore nell’aprire la rassegna del lunedì per parlare a tutti i nostri sostenitori e amanti della Pallacanestro dei fatti incresciosi accaduti ieri al PalaPulerà di Catanzaro. Diventati nel frattempo di dominio pubblico nazionale.

Lungi da noi fomentare una diatriba con la squadra che ieri ci ha ospitati, ma ci sembra doveroso stigmatizzare i fatti con un comunicato che toccherà in maniera forte un paio di tematiche su cui potrebbe essere ancora più pericoloso soprassedere, in quanto il silenzio dei giusti in questo caso potrebbe riecheggiare come un segno sia di indifferenza che di arrendevolezza. Ma non possiamo venire meno ai valori sportivi per cui ogni giorno ci battiamo nella nostra umile, ma fiera, realtà.

Una situazione paradossale e gravissima quella perpetrata in primis ai danni del nostro Alfredo Leonardi, che abbracciamo in una calorosa stretta di solidarietà insieme ad una platea quasi sorprendente – visto il numero – di addetti ai lavori, avversari, simpatizzanti che ci hanno scritto su diversi canali o tramite diverse persone vicine alla squadra per legittimare, con poche semplice parole, il concetto di non voler vedere violati valori irrinunciabili e fondativi dello sport.

Ci sembra superfluo, inutile, dannoso, parlare di sport giocato e sorvolare – come fatto dal Basket Academy Catanzaro tramite i propri mezzi di comunicazione – su quanto successo.

Della trasferta a Catanzaro non resta infatti niente di cronaca sportiva. Resteranno purtroppo solo articoli di giornale e servizi su testate locali e persino nazionali.

L’ennesimo schiaffo (anzi, pugno) ad un modo di concepire la bellezza dello sport, anche nei suoi aspetti più focosi dell’agonismo e del duello sportivo, totalmente travalicati in questa occasione.

La ricostruzione dei fatti è abbastanza chiara dal filmato che ha già attraversato, in lungo ed in largo, la Penisola provocando indignazione e sconcerto; ma è triste constatare come non sia esaustiva ne della circostanza in se, ne delle circostanze limitrofe al fatto.

Per dovere di cronaca, sul finire del primo quarto, dopo un duello a terra su una palla vagante, un atleta della squadra di casa, sbracciando, colpisce prima con un pugno e poi con l’altro (ben visibile tramite rallentamento dei frame rate) il nostro atleta Alberto Saccone; quest’ultimo, perdendo le staffe, reagisce all’aggressione, venendo giustamente anche lui espulso dagli arbitri.
Intervengono pochi ragazzi a dividere i due protagonisti della rissa, tra cui il nostro Alfredo Leonardi, che con una lucidità esemplare placa il giocatore avversario (tra l’altro beccandosi anche una gomitata dallo stesso nel tentativo di liberarsi) ristabilendo una situazione di calma apparente. In un amen un tifoso avversario scavalca le delimitazioni del rettangolo di gioco ed in un gesto di abominevole follia stende a terra con un pugno il nostro atleta. Da lì una situazione confusa, assolutamente mal gestita, a nostro parere, sia dalla coppia arbitrale che dagli addetti ai lavori della squadra di casa.

Situazione malgestita che ci teniamo fermamente a condannare nelle dovute sedi, nei confronti in primis del violento della squadra di casa (di cui ancora aspettiamo, leggermente disgustati dal comportamento omertoso, il nominativo più volte richiesto) e di ogni altro individuo che ha messo in pratica comportamenti poco gradevoli che onestamente ci fanno prendere le distanze dal comunicato di apparente serenità che si palesa tra le righe della pagina social del Catanzaro, sottolineando doverosamente che non vogliamo fare di tutta l’erba un fascio essendoci stati almeno un paio di addetti ai lavori che si sono comportati in maniera signorile e solidale.
In seconda battuta, ci riserviamo di agire, nelle sedi opportune, nei confronti della coppia arbitrale che ha, ci auguriamo non dolosamente, “dimenticato” di espellere almeno altre 4 persone della squadra di casa che in violazione di precise disposizioni di regolamento hanno invaso il rettangolo di gioco; che ha deciso di non sospendere una partita che non aveva più una singola ragione di procedere, se non pro forma per garantire il rispetto dell’ordine pubblico; che ci ha fortemente consigliato di riprendere la gara, tra lo sbigottimento di gran parte dei nostri atleti.

Prendiamo atto anche di come l’unica cosa ad essere stata interrotta sia stata la trasmissione live del match, fortunatamente non caduta nell’oblio grazie alla prontezza di qualche spettatore che ha prontamente salvato le immagini dell’accaduto.

Immagini a nostro parere fondamentali non per alimentare un becero sensazionalismo di cui la contemporaneità spesso ci sommerge, ma per fermarci ancora una volta a riflettere sui comportamenti umani, sulla bassezza della violenza e sulle strategie da mettere in atto affinchè trionfino sia in campo che fuori da esso, alcuni valori di convivenza, che oggi più di ieri ci sembrano irrinunciabili in una società civile.

Perché ieri purtroppo, in un modo o nell’altro, hanno perso tutti. Tranne la nostra dignità.

Area Comunicazione

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